Lettera ai Sindaci rivieraschi della Sardegna
 

                                                   Allunghiamo veramente la stagione turistica

E' giunta l'ora di dire "Basta!" alle stagioni turistiche che durano una misera manciata di settimane ed al mortorio
sepolcrale dei villaggi turistici per nove-dieci mesi all'anno ed alla nostra conseguente economia precaria,
eternamente appesa ad un filo. E' sufficiente un lieve calo di presenze di turisti che "salta la stagione" lasciandoci
tutti in difficoltà finanziaria, difficoltà che si acuisce ancor più coincidendo con una crisi economica così marcata
come l'attuale, che sta facendo saltare numerose imprese.

E' quindi giunta l'ora delle decisioni coraggiose da parte delle Autorità Comunali e Regionali, che devono prendere le
loro responsabilità davanti agli elettori e trovare le soluzioni definitive per produrre risultati veri e non solo
chiacchiere come hanno sempre fatto fino ad ora.

Da sempre tutti gridano: "Allunghiamo la stagione", ma questo non si realizza con qualche avvenimento occasionale e
saltuario in bassa stagione. Ci vogliono LE STRUTTURE, strutture che garantiscono una presenza costante di turisti
TUTTO L'ANNO. Si, avete letto bene, tutto l'anno!

Campi da golf
Il primo tipo di strutture di cui la Sardegna dovrebbe dotarsi è costituito dai campi da golf, ma ce ne vogliono TANTI,
perché i golfisti vanno dove c'è una grande scelta. In Algarve e Costa del Sol col clima simile al nostro ce ne sono a
centinaia e per questo la stagione dura tutto l'anno, anche quando piove. Però realizzare i campi da golf costa tanto,
circa 500.000 Euro a buca e non è possibile ammortizzarli con le sole "green fees". E quindi cari Sindaci, bisogna
capire che è indispensabile concedere delle cubature all'imprenditore, il necessario sufficiente a giustificare il
ritorno sull'investimento. Si potrebbe dire: "No ville, no party!" Questa è la verità e sono inutili tutte le polemiche
ideologiche.

Trekking
Il secondo tipo di strutture indispensabili per allungare la stagione è la creazione di una rete di percorsi di
trekking, da utilizzare anche d'inverno, dato che il nostro clima lo permette, specialmente per i turisti proveniente
dal freddo del nord Europa. Il nostro ambiente naturale è unico al mondo per bellezza ed è ideale per il turista amante
dell'aria aperta e pulita e può soddisfare turisti e di tutte le età.

Per di più questi percorsi, hanno un costo irrisorio, ma vanno studiati, i sentieri puliti, attrezzati con panche e
segnaletica e poi pubblicizzati, gestiti e sorvegliati, rendendoli più facili da seguire e più sicuri.

Marina
Il terzo tipo di struttura ideale per un'isola come la nostra, sono i Marina. Occorre creare una rete di porti
turistici ogni 10-15 miglia, con approdi sicuri tali da consentire la circumnavigazione dell'isola. Attualmente sono
rare le barche che osano uscire dalle acque della Gallura e quindi il ricco business degli yacht non va oltre ed il
resto della Sardegna ne è tagliata fuori.

Se si aggiunge qualche grosso cantiere per l'invernaggio delle barche, la Sardegna potrebbe diventare un polo nautico
per tutto il Tirreno e il Nord Africa, con lavoro garantito per le nostre maestranze tutto l'anno. In Turchia il
turismo nautico continua tutto il mese di Ottobre, (mentre da noi termina il 25 Agosto) e i cantieri navali della
Turchia lavorano febbrilmente tutto l'inverno, con lunghe liste d'attesa per il semplice alaggio e varo delle barche,
perfino a notte fonda!

Questi tre tipi di strutture sono quelle irrinunciabili per allungare veramente la stagione turistica in Sardegna. Ci
sarebbe anche altro da fare, ma è indispensabili iniziare con la realizzazione di queste strutture, se vogliamo avere
certezza sull'allungamento della stagione turistica, aumento dei posti di lavoro e dare stabilità economica e benessere
a tutte le nostre imprese di settore con riflessi importanti su tanti altri settori dell'economia.

Inoltre creerebbero una ricaduta positiva anche sull'economia dell'interno, con un numero ancora maggiore di turisti
benestanti alla ricerca di musei, siti archeologici, cibi sardi, prodotti dell'artigianato di qualità durante tutto
l'anno.

Cari Sindaci, ci vuole coraggio e determinazione per superare gli ostacoli alfine di cambiare le cose, altrimenti,
assieme alle lacrime, restano solo i sogni e le chiacchiere.

Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.

Lorenzo Camillo

4-10-2010

Risposta all'Ufficio di Gabinetto - Comune Quartu Sant'Elena

Egregio Signore,

La ringrazio per i Suoi commenti sui miei suggerimenti per l’allungamento della stagione turistica in Sardegna ed apprezzo il tempo che ha dedicato all’analisi, dimostrando impegno nel voler contribuire alla risoluzione di questo grave problema.

Riguardo alle difficoltà che Lei segnala, Le assicuro che non ho mai ritenuto che non ci fossero ostacoli, anche di notevoli entità, ma ritengo che con l’impegno e la buona volontà di tutte le forze politiche, tutto si può risolvere.

Campi da Golf

In merito alle Sue garbate considerazioni sui campi da golf, premesso che il turismo è l’attività più adatta in sinergia con le tradizionali attività del luogo, allo sviluppo socio-economico della nostra Isola per posizione geografica, clima, bellezze naturali ed ospitalità della sua gente, mi permetto di ribattere quanto segue.

Il golf è oggi considerato essenziale allo sviluppo turistico in ogni parte del mondo. E’ uno sport non legato alla stagionalità come lo sci nelle aree alpine, o la balneazione nell’area mediterranea.

La Sardegna per la sua varietà orografica ha un’infinità di aree adatte sia alla creazione di campi da golf che di insediamenti turistici, non necessariamente costieri e soprattutto non esclusivamente estivi.

Un ipotetico sistema di 30 campi da golf da 18 buche, significherebbe utilizzare una superficie complessiva di 1.800 ettari su una superficie geografica della Sardegna di 2.300.000 ettari;  un consumo di territorio tutt’altro che “notevolissimo”, come Lei teme.

Quanto al “notevolissimo” consumo d’acqua, vorrei far rilevare che poiché i campi da golf sono in prossimità di insediamenti abitativi, viene normalmente utilizzata l’acqua proveniente dalla depurazione dei reflui. Inoltre, un campo di 60 ettari a fini agro-pastorali per il sostentamento di una o due famiglie, richiede statisticamente un consumo d’acqua superiore a quello di un campo da golf che, percontro, può arrivare a dare un sicuro e buon sostentamento a 15 – 20 famiglie, oltre ai benefici derivanti dall’indotto.

Quanto alla speculazione e all’abusivismo, è un problema derivante dall’incapacità (e purtroppo, talvolta, dalla complicità), delle Amministrazioni locali nel far rispettare leggi e norme. In tutti i paesi più progrediti i campi da golf e gli insediamenti ad essi collegati sono in fortissima espansione ma, poiché le Amministrazioni locali di questi paesi sono in grado di valutare le proposte di sviluppo e di controllarne il rispetto delle leggi e delle norme per la salvaguardia ambientale e paesaggistica, non c’è né speculazione selvaggia, né abusivismo.

Le cubature da dedicarci non sono poi così tante; ci vuole la Club-House, con ristorante, spogliatoi ecc, magari con delle camere oppure un piccolo albergo. L’importante è che ci sia la possibilità di costruire delle ville sui terreni confinanti che vengono valorizzati dalla realizzazione del campo da golf. Ville immerse nel verde hanno un impatto ambientale basso e rendono molto in termini di indotto all’economia locale: manutenzione, giardinaggio, custodia, pulizie, forniture ecc. La loro commercializzazione finanzia il costo del campo.

E’ qui che tocca agli amministratori comunali, di individuare le aree, probabilmente agricole, accertare la loro idoneità alla realizzazione di un campo da golf e poi passare ad attuare le relative procedure per adeguare i piani paesaggistici a questa necessità. Fatto questo, saranno gli imprenditori-finanziatori a farsi vivi, avendo ora certezze sulla fattibilità urbanistico-amministrativa del progetto.

Marina

Per quanto concerne invece i marina, gli ostacoli sono pur superiori, avendo a che fare con il Demanio Marittimo, con il suo ben noto atteggiamento borbonico-burocratico, che ostacola il progresso del Paese e la possibilità del suo popolo a godere il mare, che solo a parole “è di tutti”. E molte sono state le mie critiche al riguardo.

Certo, non sono opere da realizzare con i fondi comunali, ma anche qui, i Comuni possono facilitare l’iter burocratico, premendo sulle autorità demaniali e regionali, insistendo sull’importanza dell’opera per l’economia locale. Gli imprenditori arriveranno e troveranno essi stessi i relativi finanziamenti, dopo aver avuto le necessarie certezze amministrative di poter realizzare il marina.

Ma attenzione, non facciamo altre cattedrali nel deserto; i marina devono essere in prossimità dei paesi e di tutti i servizi di cui hanno bisogno. Ma nei casi in cui questo non fosse possibile logisticamente, allora bisogna predisporre delle cubature in loco, per realizzare le officine, i depositi, negozi, bar-ristoranti, uffici ecc, per rendere il marina efficiente ed anche piacevole nell’accogliere i visitatori che arrivano in barca. Ricordiamoci, sono in vacanza, e se si divertono, resteranno in porto più a lungo, alimentando maggiormente l’economia locale e quella dell’interno della Sardegna durante le loro peregrinazioni.

Trekking

Il trekking è la cosa più facile da realizzare, ed alla portata finanziaria di qualunque gruppo giovanile: c’è solo da individuare dei bellissimi percorsi, che fortunatamente non mancano in Sardegna, ed ottenere eventuali permessi di attraversamento per i terreni privati; pulire il tracciato dal cisto ed altra vegetazione, installare delle frecce in legno che indicano la direzione del percorso, la distanza ed un simbolo indicando il livello di difficoltà. Se proprio vogliamo eccedere, si può installare ogni tanto qualche rudimentale panca in legno o pietra, specialmente nei percorsi più facili, adatti agli anziani. Un depliant con mappe e tariffe ed un sito internet e la cosa è fatta.

Spero con questo di aver dato ulteriore spunto per alimentare le discussioni e possibilmente per far fare qualche passo in avanti per realizzare dei progetti che ci allungheranno la stagione turistica in Sardegna.

Un cordiale saluto,

Lorenzo Camillo

18-10-2010

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