Filippo Bacciu - Vescovo di Ozieri

  

Peregrinazioni Apostoliche

Mons.Bacciu, appena nominato Vescovo, ebbe preoccupazione precipua di iniziare la sacra visita delle parrocchie affidate alle sue pastorali cure.

Il compito non era facile, però ogni proposito prendeva valore di perseveranza per la sua inflessibile volontà. Volontà per lui significava resistere a se stessa, non permettere che il dovere venisse mai a patto con le piccole viltá giornaliere.

Stabilì di mettersi in viaggio al più presto il che, coi mezzi di trasporto allora conosciuti, non era tanto facile. Si affidò alla Divina Provvidenza e diede inizio alle sue peregrinazioni apostoliche.

I missionari facevano da battistrada, appianavano la via con predicazioni intensive, preparando gli abitanti a ricevere i sacramenti della confessione, comunione e cresima. Passava fra gli Osanna, come Gesù in Gerusalemme.

In tutte la parrocchie, anche nelle più piccole, disperse fra i monti, sulle campagne brulle a verdeggianti di pascoli, parlava ai suoi diletti figli come il cuore gli dettava: riversava nelle loro anime gli effetti di cui ridondava la sua ed elargiva ad essi i palpiti che egli sentiva, delle vicendevoli armonie.

Il pellegrino di Cristo, cui reggevano garretti e polmoni, andava in cerca di pecorelle estenuate o smarrite lungo i sentieri più aspri e i precipizi più orrendi «Qui non zelat, non amat», sta scritto.

Spinto dall’amore divino, zelava le conversioni dei peccatori, supplicando la divina misericordia di rinvigorirli contro la lotta degli spiriti maligni e di renderli amici di Gesù, il quale si protesta di volere non la morte del peccatore, ma la conversione e la vita.

Durante le sue peregrinazioni, voleva che tutti avessero La possibilità di avvicinarlo personalmente, e di parlargli, di esporgli i loro bisogni, di manife­stargli le gioie e gli affanni, di dirgli in particolare ciò che volessero.

Con tutti s’intratteneva paternamente, interes­sandosi di tutto, sostenendo e guidando ciascuno con la medesima sicurezza di intuizione.

Ad Alà dei Sardi il suo arrivo segnò un indimenticabile avvenimento Il parroco, parato a festa, il Sindaco con la sciarpa, il Comandante la stazione dei Reali Carabinieri in alta uniforme, i confratelli col baldacchino, le società religiose, maschili e femminili, con vessilli e stendardi, le scolaresche con i rispettivi insegnanti e una fiumana di popolo tumultuante, lo ricevette con entusiastiche grida di evviva.

Ovunque passasse Si ripeteva la stessa scena suggestiva, indimenticabile

Ad Ardara si vuotò il paese per andargli incontro. Venne accolto da una vibrante e filiale dimostrazione di devoto omaggio.

Ad Ardara dovettero intervenire i convisitatori difenderlo dall’indiscreta devozione della folla che, con tensione nervosa, allungava entrambe le braccia baciargli l’anello.

A Bantine lo ricevettero in ginocchio, ne sollecitavano la benedizione e osannavano al loro pastore: i suoi dipendenti.

A Benetutti fu accolto da una fiumana di fedeli che facevano alta sentire la giuliva espressione dei cuori.

A Berchidda un’inondazione di gente, che sbu­cava da ogni via, non cessava di tributar lodi al venerato Pastore.

A Bono tanto era l’afflusso dei fedeli che si stentò a poter penetrare in chiesa.

A Bottidda venne ricevuto con grandissima accoglienza e con straordinaria dimostrazione di affetto.

Buddusò, sua patria, era logico gli riserbasse accoglienze ancor più grandiose. Anche i fanciulli, agitanti ramoscelli dalle foglie verdi, sprigionavano dai teneri loro cuori, sentimenti di amore e di ve-nerazione, con festevoli grida di osanna.

A Bultei era una meraviglia veder il concorso e la devozione di quella gente.

A Burgos gli fecero un’accoglienza delle più festose.

A Esporlatu anche i vecchi vollero andare in processione per riceverlo all’estremità del paese, ove si degnò di rivolgere ai presenti la sua preziosa parola.

Ad Illorai le accoglienze furono più imponenti.

Ad Ittereddu le dimostrazioni di stima e di venerazione furono calorose.

A Monti, tra l’ondeggiare della folla ci volle del bello e del buono per liberarlo dalle strette dei fedeli, desiderosi di baciargli l’anello.

A Nughudu una fiumana di uomini e donne, di vecchi e bambini, ne implorava la pastorale benedizione.

A Nule l’affluenza divenne tale che non può facilmente descriversi: Tutti vollero, con nobile gara, tributargli una testimonianza del loro amore imperituro.

                                                
                                    
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