5 La Storia dei Camillo

Il Nome Camillo

Samotrace è una delle isole più esterne situata nel mare nord-est della Grecia vicino alla peninsola turca di Gallipoli. La tradizione considera Samotrace “il santuario degli Dei”.

Qui il re Filippo della Macedonia conobbe Olimpia dell’Epiro. Se ne innamorò e la sposò. Era la futura madre di Alessandro il Grande. La leggenda vuole che Dardano, il legendario fondatore di Troia, veniva da Samotrace e che il suo discendente, Enea, ne portò il culto a Roma.  Questo diede a Samotrace un particolare interesse per i romani. Infatti, anche l’imperatore romano Adriano la visitò.

La mitologia greca racconta che l’amante di Samotrace era Elettra, figlia di Atlante. Dopo essersi accoppiata con Zeus partorì Dardano, Aetion e Armonia. Quest’ultima celebrò il suo matrimonio con Cadmo sull’isola.

Questo Kadmos, Cadmus o Cadmilus era figlio di Agenore, re della Fenicia e fratello di Europa, e marito di Armonia, e padre di Semele. Fu il legendario fondatore di Tebe e colui che uccise il drago, seminando in terra i denti. Costruì la città di Tebe con l’aiuto di alcuni dei soldati che nacquero da questi denti. Infine, Cadmo e sua moglie furono trasformati in serpenti dagli dei.

Si dice che Cadmilus abbia introdotto in Grecia un alfabeto, probabilmente basato su 16 caratteri provenienti dalla Fenicia. I Fenici erano i primi inventori dell’alfabeto come lo conosciamo oggi. Appartiene a quella classe di eroi che succedettero ai regni degli dei e semidei in terra ed erano genitori ed educatori di mortali. Il suo nome è sicuramente all’origine del nome Camillo.  

Una conferma del origine del nome "Camillo" in Samothrace, viene dalla vastissima presenza del cognome "Kamil" nella vicina Istanbul ed in tutta la Turchia.

Oggi in Italia il nome “Camillo” è di solito un primo nome, mentre il cognome “Camillo” non è comune e coloro che ce l’hanno provengono perlopiù dal Veneto. Si trovano dei “Camillo” anche nella regione Lazio che con ogni probabilità risalgono ai “Camillo” del Veneto.

Il riferimento romano più antico riguardante “camillo” deriva dal rituale latino di designare giovani ragazzi romani ad assistere gli alti prelati durante i riti sacrificali. Il nesso religioso con Cadmilus della mitologia greca è significativo. Questi “camillo” dovevano essere di età prepuberale, di nascita libera, e cioè non schiavi e con entrambi i genitori vivi. Vestirono tuniche corte con maniche lunghe e portavano i vasi sacri con l’incenso. Nel palazzo del Conservatori dei musei capitolini di Roma vi è conservata una statua in bronzo di un “camillo”.

La statua in bronzo di un "camillus" nel museo Capitolino a Roma

E’ sicuramente stato uno di questi bambini ad essere lentamente riconosciuto da tutti con il nome della sua professione. Così possiamo dire che è stato questo primo signor Camillo a fondare la dinastia dei Camillo, che vive tuttora.

La prima famiglia Camillo di cui si ha notizia è quella di Marco Furio Camillo, 403 a.c., e del figlio, Lucio Furio, dittatori romani.  

Marco Furio Camillo, più volte nominato Console si distinse come conquistatore allargando notevolmente il territorio romano fino a conquistare Veio. In seguito Roma fu conquistata dai Galli durante il suo esilio. Al suo ritorno annullò il trattato di resa con le parole famose, “La patria viene salvata con il ferro, non con l’oro.”, e quindi i Galli vennero espulsi con la forza. In seguito venne conosciuto come il secondo fondatore di Roma. Oggi, a Roma, vi è una fermata della metropolitana chiamata “Furio Camillo” in suo onore. Suo figlio, Lucio Furio, fu altrettanto importante nella storia dell’antica Roma.  

Comunque non ci sono prove o testimonianze che vi possa essere una linea diretta  con i Camillo di oggi. Tuttavia, il fatto che esistano dei Camillo sia in Lazio sia in Abruzzo vicino a Roma suggerisce che l’origine della famiglia poteva in effetti provenire dalla antica Roma.

C’è stata anche un ramo della famiglia Camillo in Liguria: “questa famiglia illustre e nobile che dal dodicesimo secolo ha avuto un ruolo primario nella vita politica della repubblica ligure”.

Un personaggio colorito degno di menzione era Franceschino da Camilla che costruì la sua fortuna commerciando con Constantipoli. Nel 1246 affittò a re Luigi IX di Francia due navi per le crociate. Divenne famoso perché riuscì a far firmare un trattato nel 1267 al sultano di Constantinopli, riuscendo ad ottenere importanti privilegi per Genova.

Il 2 luglio del 1270 una spedizione privata di 10.000 crociati lasciò Genova, via Cagliary in Sardegna, per compiere “giustizia cristiana” in nord Africa. Arrivarono in Tunisia e assediarono la città di Cartagine. Invece i governatori di Genova erano preoccupati che questi atti di guerra potessero danneggiare le loro relazioni commerciali con i regni arabi. Nominarono Franceschino da Camilla capo di tutti i genovesi in Africa. Il suo compito era quello di governarli “con giustizia”, e ciòè diplomaticamente fare pace, salvando la faccia dei crociati e riaprendo relazioni commerciali con gli arabi. Salpò per la Tunisia arrivando il 7 settembre e ben presto rassicurò il sultano degli intenti pacifici di Genova, ratificando il trattato precedente.

Tutte le operazioni militari si conclusero per il 30 ottobre e l’accordo firmato e siglato “il 18 novembre, sulla spiaggia di Tunisia, in località Cartagine, nella tenda del re …”, come scrisse il notaio mandato per l’occasione. Il sultano dovette pagare una indennità e dovette concedere condizioni favorevoli per la riapertura del commercio con i mercanti genovesi. In cambio, Genova promise di non partecipare mai più a raid armate contro la Tunisia.

Durante il viaggio di ritorno, la flotta di Camilla fece sosta a Trapani, dove fu colta da una violenta tempesta. Diciotto navi affondarono e vi furono 4000 vittime.

Nel 1282 Camilla fu nominato comandante di un piccolo contingente di truppe: 200 uomini a cavallo, 300 uomini armati di lance e 200 arcieri, con lo scopo di porate la pace nel sud della Corsica. Sinucello della Rocca, un proprietario feudale, scatenò una ribellione e con i suoi uomini saccheggiò le terre. Camilla approdò a Bonifacio, il porto più a sud della Corsica, di fronte alla Sardegna. Si diresse verso nord a cavallo, scovando i ribelli, mentre le sue navi lo seguirono lungo la costa. Dopo molte scaramucce riuscì a riconquistare le varie fortificazioni che i ribelli avevano preso, mentre Sinucello fuggì in continente.

Ottant’anni dopo, Gentile Camilla, un lontano parente di questo nostro precedente eroe, proseguì con la tradizione familiare del comando della comunità. Essenzialmente Gentile fu un saggio amministratore e persona di grande equilibrio, “esempio tipico di aristocrazia nobile che sostenne la repubblica assicurando la sua continuità”.

Nel 1466 fu nominato console della colonia genovese di Kafa (oggi chiamato Feodosija) sul Mar Nero. Via terra, ci vollero quattro mesi per arrivarci. I pirati turchi rendevano il viaggio via mare molto pericoloso. Vi governò con successo per due anni, superando tante difficoltà. In seguito fu nominato commissario in Corsica, a Massa e in ultimo a Lerici nel 1484 per seguire la guerra tra Firenze e Sarzana. Nel 1492 era di nuovo in Corsica come governatore.

Vi fu anche un gruppo di Camillo in Toscana, alcuni dei quali emersero abbastanza per essere ricordati nella storia dell’Italia. Francesco Camilliani, conosciuto anche come Della Camilla, era uno scultore famoso nato in Firenze nel 1530. Era imparentato con la famiglia Gucci. La sua opera più famosa era una fontana monumentale che finì per essere collocata a Palermo in Sicilia, in piazza Pretoria. Suo figlio, Camillo Camilliani, divenne un architetto importante. Si stabilì in Sicilia nel 1574 avendo avuto l’incarico di dirigere gli uffici del restauro reale. Seguì tanti lavori in tutta la Sicilia, compreso il restauro della fontana costruita da suo padre e il restauro di molti castelli, fortezze, torri, chiese ed altro.

Una presenza dei Camillo che va indietro nel tempo è stata trovata in Spagna, nella chiesa di Nuestra Senora de la Antica in Dalladalio, dove il 9 marzo 1579 è stato registrato la cresima di Juan Camillo Angeli, figlio di Giovanni Camillo e di Maddalena degli Angeli. Inoltre, a San Michele, il 21maggio 1671, è stato registrato la cresima di Catalina Campo Camillo, figlia di Giovanni Campo e di Catalina Camillo.

Un certo Camillo Camilli, nato o a Siena o a  Monte San Savino, diventò famoso ai suoi tempi per le sue poesie e le opere pubblicate a Venezia dal 1583 al1607. Più tardi visse a Ragusa, in Sicilia, dove morì nel 1615.

Del ramo proveniente dall’Abruzzo esistono delle tracce registrate fin dal tredicesimo secolo. La famiglia allora si chiamava “Camilli”, che è il plurale di “Camillo” ed è un cambiamento con una certa logica. La famiglia aveva alcuni illustri avi, dotti nella legge, ambasciatori della corte di Napoli. All’inizio del quindicesimo secolo, la famiglia proveniente dall’Aquila acquisì un titolo nobiliare, ma si perdono le tracce nella seconda metà del secolo.

Soltanto nel 1753 ritroviamo le tracce con la nascita a Beffi di Acciano vicino a l’Aquila di Francesco Saverio Camilli, “di famiglia borghese, proprietari di terre, relativamente benestanti". Fece studi classici, tipico delle famiglie intellettuali dell’epoca e divenne decano di greco e di latino al collegio reale de l’Aquila. Si recò spesso a Napoli che allora era la capitale ed era sotto il dominio francese. Si occupò di questioni politiche come trovare delle soluzioni ai problemi economici derivanti da una capitale borbonica mostruosamente ricca, rispetto all’estrema povertà delle province. Si batté tenacemente per la costruzione di strade nelle campagne e si lamentò degli sprechi e dei lussi inutili dei governatori francesi nella capitale. Fu un precursore delle future politiche di governo nel sud povero, il cosiddetto “mezzogiorno”.

Un certo Marcello Staglieno Camilla si distinse come vescovo della città di Torino dal 1300 al 1319.

Nel Dizionario Storico Blasonico delle famiglie nobili italiane, vi è menzione di una famiglia Camilla, originaria del Lazio e vissuta per un certo periodo di tempo a Roma. L’autore, G. B. Crollalanza descrive accuratamente lo stemma: la corona formata da otto grandi perle con solo cinque visibili, montate sopra un cerchio d’oro. Questa presenza a Roma rafforza la teoria di una origine dall’antica Roma di tutti i Camillo di oggi.

Oggi a Roma si trovano settanta famiglie Camillo ed anche un gran numero di famiglie con dei variabili del nome Camillo come Camilli, Camilletti, Camillini, Camilloni, Camilleri, Camillucci et cetera. Questi nomi sicuramente derivarono dall’originale Camillo e rappresentano delle variazioni comuni: in Italia le finali “..etti”, “..ini” sono di solito dei diminutivi, indicando dei “Camillo piccoli”; le finali”..oni”, “..otti”: “dei grandi Camillo”; “..ucci”: “dei Camillo carini”; “..acci” “dei Camillo cattivi”. Contando tutti questi cognomi e in più quelli con delle variazioni costanti con due “m” o con uno solo “l”, il numero totale delle famiglie Camillo a Roma è di 667. Una concentrazione così elevata di Camillo a Roma fa pensare che, in effetti, la famiglia poteva aver avuto origine nella Roma antica, come abbiamo ipotizzato.

Cliccare qui per mappa di distribuzione dei Camillo in Italia

I Camillo sono emigrati in molti paesi: 57 in Francia, 7 in Germania, 25 in Canada e 376 negli Stati Uniti d’America e naturalmente vi è una base solida in Australia come vedremo in seguito.

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