Alla Regione Sardegna

Egregio Assessore all'Urbanistica,

Nei giornali leggo con sempre più insistenza, la richiesta della modifica del Master Plan Costa Smeralda, di una riduzione della quota di cubatura residenziale a favore di un aumento della quota alberghiera, basata sull'illusione di un conseguente aumento dell'occupazione.

Vorrei precisare al riguardo, che le presenze negli alberghi sono strettamente legate ai periodi di vacanza della gente, quindi prettamente stagionale, mentre le abitazioni danno la possibilità, se affiancate da appropriate strutture, come campi da golf e relativi servizi di base, di avere molte presenze turistiche, per lunghi periodi durante tutto l'anno. Si può avere quindi, un’economia più sana, con lavoro per tutti i 12 mesi, invece della solita disoccupazione per 8 - 9 mesi. Le ville e gli appartamenti sono sempre aperti, utilizzabili in qualsiasi week-end dell'anno, mentre gli alberghi, alla fine della stagione chiudono completamente i battenti.

E' indiscutibile poi, che le ville e gli appartamenti, con una clientela qualificata, richiedono molta mano d'opera per la loro manutenzione ed offrono molte opportunità di lavoro. In Costa Smeralda ogni villa di medie dimensioni, costa al proprietario circa cento milioni all'anno, tra consumi di acqua, giardinaggio, pulizie, riparazioni, ICI, quote Consorzio ecc. Quando si aggiungono le spese della vacanza, il cibo, le bevande, il ristorante, la discoteca, la barca, il marinaio, ecc. si arriva ad oltre centocinquanta milioni, che vengono lasciati in Sardegna ogni anno da ogni villa.

Oltretutto, il turismo stanziale, che non è legato soltanto al mare, richiede svaghi che lo portano necessariamente all'interno della Sardegna, alla ricerca di storia, cultura, artigianato, cibi, vini e passatempi vari e distribuisce benessere a tutta la popolazione dell'isola.

Non mi stanco mai di portare l'esempio dell'Algarve in Portogallo, più piccolo della provincia di Sassari, ma con i suoi 24 campi da golf, con turismo tutto l'anno ed una popolazione di stranieri residenti, molti in pensione, che vi abitano tutto l'anno, dando la possibilità ai negozi e ristoranti di restare sempre aperti. Il freddo nord-Europa è fonte di una costante richiesta da parte di una clientela benestante in cerca di luoghi ameni, con un clima invernale mite, dove stabilire una seconda residenza.

Se prevale il concetto di far strappare una modifica al Master Plan da chi vuol fare il primo della classe, senza avere la necessaria preparazione tecnica, eliminando le abitazioni residenziali a favore degli alberghi, si rischia di restare sempre con una stagione limitatissima, che fa ridere i polli, ed anche la nostra concorrenza all'estero, che gode delle nostre inefficienze programmatiche.

Si rischia inoltre, di incrementare l'uso della multiproprietà, che necessariamente sarà introdotta a tutti quegli alberghi, che non potranno fare tornare i conti, con il conseguente abbassamento del livello qualitativo della clientela. Da cliente medio di mezzo miliardo, si passerà ai 30 milioni.

L'altro rischio della multiproprietà, è che la sua clientela, vivendo la vacanza di una sola settimana, la sfrutta intensamente, recandosi ogni giorno al mare, per non perdere neanche un minuto. Ed ogni sette giorni, c'è il cambio di clienti, per tutti i tre mesi estivi, con un altissimo logorio delle strutture e delle risorse naturali.

Invece la clientela stanziale, il proprietario della villa o dell'appartamento, viene per periodi più lunghi e se la prende con più comodo, non necessariamente andando al mare ogni giorno. Ed ha tempo per girarsi attorno, visitando anche l'interno.

Le conclusioni sono ovvie: dobbiamo puntare su un turismo di qualità, con insediamenti ben programmati, con una giusta proporzione tra abitazioni ed alberghi, sempre nel rispetto della natura, ma con strutture in grado di farli vivere tutto l'anno. In questo modo le ricadute economiche saranno durature ed estese a tutta la Sardegna. Il Master Plan della Costa Smeralda, frutto di uno studio durato oltre 15 anni e con i suoi quattro nuovi campi da golf, è sicuramente l'intervento più meritevole di un consenso generale, per il bene di tutti.

(pubblicata in La Nuova Sardegna Marzo 1997)

L. Camillo

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