INCORAGGIAMO I CAMPI DA GOLF IN SARDEGNA

Gli inglesi dicono che sul campo da golf non piove mai, in quanto il golfista gioca in qualsiasi condizione climatica. Pensate, che il golf è stato proprio inventato in Scozia, dove piove quasi sempre.

Il golf quindi è la soluzione ideale per portare turismo tutto l'anno in Sardegna, dove il clima invernale è mite e molto adatto a questo sport, e dovrebbe essere incoraggiato al massimo. In Costa Smeralda il Pevero Golf è l'unica struttura che funziona tutto l'anno, dove il 58% dei 28.000 giocatori viene fuori dai mesi clou di luglio e di agosto, e con ben 2000 presenza nei mesi peggiori, tra novembre e febbraio. Pochi giorni orsono, ho parlato con uno Svizzero che vuole cambiare casa, ma preferisce restare nei paraggi del Pevero Golf, in quanto soggiornando in Sardegna molto spesso fuori stagione, lì ha l'opportunità di vedere della gente.

La questione a cui tengo tanto, e con me quasi tutti gli operatori turistici della Sardegna, è che la stagione turistica venga molto prolungata. Attualmente la stagione dura il tempo d'un battito d'ali d'una farfalla! E tutti quelli che lavorano rimangono in ansia per dieci mesi all'anno, chiedendosi con apprensione "Come andrà la prossima stagione?" Ed è sufficiente una piccola flessione per mettere tutti quanti in crisi.

Altre regioni di altri paesi turistici, come l'Algarve in Portogallo e l'Andalusia in Spagna, hanno saputo risolvere il problema, realizzando tanti campi da golf, 24 e 57 rispettivamente, ed hanno un flusso turistico tutto l'anno, anche in pieno inverno. Vi ricordo che in tutta la Sardegna ci sono solo tre campi da golf, ma ne servirebbero molti di più per fare venire un grande flusso di golfisti, che vanno solo dove hanno una varietà di campi.

Da tener presente che, oltre ai turisti stranieri, c'è anche una consistente riserva di circa 40,000 golfisti dell'Italia del nord, che potrebbero venire in Sardegna in inverno quando tutti i loro 80 campi da golf sono chiusi per il freddo (da novembre ad aprile); senza parlare dei giapponesi, altri grandi appassionati, che hanno perfino acquistato il loro campo da golf privato a Marina Velca, vicino a Tarquinia!

Il mio suggerimento quindi, è che i Comuni in Sardegna dovrebbero adottare quegli strumenti e regole urbanistiche che consentono l'approvazione dei campi da golf in tempi brevi, anche nelle zone agricole oramai non più utilizzate per questo scopo. L'imprenditore non può aspettare dieci anni, come ha dovuto fare un imprenditore di San Pasquale in Gallura e dover addirittura ricorre alla raccolta di firme per una petizione popolare a favore della sua iniziativa.

Poi bisogna superare certi preconcetti, perché è proprio il colmo sentire qualche presunto "Verde" esprimersi contrario ai campi da golf, che sono invece il massimo dell'esaltazione della natura a servizio dell' uomo, di terreni altrimenti improduttivi e destinati all'abbandono o ancora peggio, agli incendi.

Infatti sono i campi da golf che valorizzerebbero quei terreni nelle zone costiere che sono senza vista mare e quindi normalmente inutilizzabili per scopi turistici residenziali. Il campo da golf ora in realizzazione a Stintino, per esempio, è in una zona al riparo dal vento e senza vista sul mare.

Ho sentito i critici dire "Il golf sì ma le case no!" Questa è pura utopia, perché il campo da golf, che costa mezzo miliardo a buca (e di buche ce ne sono 18), non può reggersi economicamente da solo, se non costruito vicino ad una grande città. Stiamo certi che l'imprenditore non fa beneficienza e l'unico modo di consentirgli un ritorno economico, è proprio nella valorizzazione dei terreni adiacenti, per costruire delle ville e degli appartamenti.

Quindi dobbiamo accettare che attorno ai campi da golf, in ben determinate aree, sorgano delle residenze, ma è innegabile la bellezza di questo tipo di sviluppo, con le ville immerse nel verde in un paesaggio d'incanto.

Il campo da golf in effetti, è un'attività agricola ed ha bisogno di molto personale per tenere in perfetto stato la quarantina di ettari di prato e dei green delle buche. E poi bisogna calcolare anche tutti i giardini delle case che sorgono attorno. Così si creano tanti posti di lavoro, che altrimenti non esisterebbero se quegli stessi terreni si lasciassero inutilizzati. In questo modo oltretutto, la stagione turistica è garantita per tutto l'anno, i negozi e ristoranti rimarrebbero sempre aperti, con un sicuro ritorno economico per tutta la collettività di una vasta zona.

Inoltre i turisti presenti in Sardegna nei periodi freddi, quando il mare è meno godibile, sono più portati a fare visite all'interno dell'isola, con conseguente ricaduta economica anche per quelle zone in passato trascurate. L'industria del turismo, se ben sfruttata, si sposa perfettamente con l'agricoltura, la pastorizia e l'artigianato, fornendo consumatori sul posto per tutti i suoi prodotti e quindi va fortemente incoraggiata, specialmente con quelle strutture che consentono il lavoro per dodici mesi all'anno.

La Sardegna ha già perso il treno rispetto ai paesi concorrenti e quindi si deve affrettare per recuperare il tempo perso. Mi auguro che si comincino a vedere di buon occhio le iniziative dei campi da golf e che si eliminino molti degli ostacoli burocratici alla loro approvazione.

Dr. Lorenzo Camillo 29 Aprile 1996

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