Filippo Bacciu - Vescovo di Ozieri

  

Ebbene, resta aperta la via delle carceri. Si dirà: vi è il freno delle leggi. Ma quale effetto si può aspettare dalla sola legge umana, sanzionata dalla forza materiale, forza che non può trovarsi sempre presente né a prevenire, né a reprimere le infrazioni delle leggi Altri dicono: basta l’insegnamento dei doveri di cittadino. Ma che razza di doveri sono quelli disgiunti da Dio, che deve imporli alle coscienze? Cosa è mai questo dovere laico, o civile che fa astrazione da Dio Creatore, principio di obbligazione, sanzionato da una legge eterna, immutabile: da un Dio Redentore, che insegna i mezzi infallibili per osservare questa legge; da un Dio a cui non può sfuggire trasgressione alcuna? No, il dovere non può essere imposto all’uomo che da Dio»

Più volte inculca ai genitori l’educazione del figli: « Padri e madri, bramate che i figli vostri siano la gioia, che allietino i vostri giorni, onorino il vostro nome, abbiano rispetto a voi, confortino le vostre ore estreme e siano gli angeli consolatoci della vostra vecchiaia; che il loro affetto non vi abbandoni al di là della tomba. Ebbene, non trascurate cura e sacrificio per informarli ai sani e santi principi della religione. Il dovere di educare cristianamente i figli è un dovere che ve lo impone la legge naturale, la società: è un dovere da Dio inculcato rigorosamente e replicatamente in diverse pagine della Divina Scrittura. Leggete la lettera di San Paolo: «Chi non ha cura dei suoi inferiori nega la fede ed è peggiore di un infedele»[1]

Leggete la lettera agli Efesi, 6, 4, leggete il Deuteronomio II, 12; leggete l’Ecclesiaste 30, 13; leggete infine tutte le calde esortazioni che fanno all’uopo i Padri e i Dottori, i quali vogliono che i genitori siano maestri, pastori, medici dei loro figliuoli, esercitando con loro l’ufficio di veri Apostoli del Vangelo.

«A voi, o genitori, tocca mettere in tempo nelle mani dei vostri figli il catechismo, se non volete vederli un giorno gettarsi nel vortice dei politici sconvolgimenti, dei tumulti di piazza, delle rivolte, e funestare il paese con dei delitti di sangue, di suicidi, ovvero gettarsi a capofitto in quei covi di ogni sozzura, ove perdono interessi, fama, onore, santità; ove contraggono morbi schifosi, puzzolenti, che corrompono gli umori, infettano il sangue, stemperano la testa, spolpano le ossa, indebilitano i nervi, abbattono le forze; ove nel fior degli anni fanno scomparire ogni vivacità, ogni bellezza; che infine li rendono cadaveri prima di morire; covi infernali di odi, di vendette, di assassini e d’impenitenza finale.

«Pietà dunque vi prenda, o padri, o madri, dei vostri figli ed anche di voi stessi se avete fede cri­stiana. Poiché, guai ai genitori che non curano l’educazione religiosa dei figli! - Un giovine condotto al supplizio; «Perdono a tutti - esclamò - giammai a mio padre: ditegli che il figlio sul punto di morire lo maledice, perché lo lasciò crescere incredulo e libertino, Il buon pastore, dando uno sguardo sulla società del tempo, domanda «Qual generazione ci ha elargito la società cresciuta senza religione»? Non si apre un anno giuridico senza che il Magistrato non tolga ad argomento del suo discorso la delinquenza specialmente dei minorenni, spaventosamente accresciuta e non la faccia risalire all’istruzione e l’educazione che viene impartita nelle scuole.

I furti, le risse, i ferimenti, i duelli, gli omicidi, i fallimenti i processi scandalosi in cui sono coinvolti personaggi altolocati sono all’ordine del giorno. I partiti si accapigliano, i socialismo si avanza, la camorra prospera, l’immoralità trionfa, la corruzione diventa generale...

Questi mostri, carnefici dell’umanità tengono per una provocazione il godere degli altri: quindi essi si credono sempre infelici, meditano di aggredire i gaudenti. Poco loro importa morire in casa o in carcere, hanno già imparato che con la morte finisce tutto, ed oltre la tomba nulla rimane da temere, attendono e colpiscono. Ecco la storia di Acciarito, Lega, Casserio, Passanante, Bresci, Rubino, e di altri e altri ridotti alla condizione di belve feroci ».

Nel 1900, con apposita pastorale e circolari, raccomandava caldamente al popolo diocesario, di adoperansi con tutto l’impegno, per l’acquisto del Santo Giubileo.

Nel settembre 1901, scriveva: «Volge a termine il Giubileo. Siamo lietissimi che la parola di clemenza e di perdono proferita dal Padre comune dei fedeli sul cadere dell’anno scorso, non sia caduta in vuoto. Poiché, quasi universalmente accolta dai fedeli di questa Diocesi, ne commosse le coscienze, e migliaia di disponevano a far senno pronunziando l’umile «pecavi ».

«L’immenso profitto che dal concesso Giubileo hanno ricavato le anime non poté non negare all’animo Nostro impressioni di vera gioia e di dolcezza ineffabile. In tale congiuntura, in cui il Signore ci aperse il tesoro inesauribile delle sue grazie; in quel tempo di misericordia e di perdono, soavissimo al colmo. Ci riuscì a vedere il contegno dei fedeli che accorsero dappertutto numerosi a mettere a profitto quei giorni preziosi, e segnatamente in questa città, ove il Capitolo Cattedrale, le confraternite, le società religiose fecero processionalmente le visite ingiunte per l’acquisto del Giubileo, incedendo per le vie con divoto raccoglimento, nulla curando il rispetto umano, i giudizi, il disprezzo di quel mondo da Gesù Cristo maledetto e dalle sue preghiere escluso...

«E’ innegabile che tali dimostrazioni furono un principio di risveglio cattolico e di speranze più liete e floride per l’avvenire».

Indi raccomandava al suo popolo, l’obbligo di ringraziare il Padre delle Misericordie, il Dio di tutte le consolazioni, per tanti lumi, aiuti e grazie che si è degnato spargere in questi santi giorni.

Infine raccomanda lo spirito di fortezza nella fede e di perseveranza nel bene operare e conclude salutari suggerimenti per mantenersi fedeli alle promesse fatte.

In altre pastorali non manca di raccomandare l’obbedienza al Papa che con S.Tommaso la considera «degna a preferenza di ognun altra virtù di ogni elogio e di ogni stima».[2]

«La nostra vita è una continua guerra contro il mondo, la carne, gli spiriti infernali. Chi riuscirà vittorioso?. Risponde lo Spirito Santo: all’uomo obbediente arride la vittoria»[3]

«Dobbiamo essere docili ala voce del Papa. Noi dobbiamo vedere nel Papa Gesù Cristo in terra che i santi non si saziano di servire, ascoltare, venerare.»



[1] SanPaolo – Epistola, IX.

[2] San Tommaso –22 g. 104, art. 3.

[3] Prov., - XI, 28.

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